
Traiettorie di volo
Colline liguri.
Mi dicono che questa sarà l’alba più luminosa dell’anno; decido che voglio guardarla e poi fare meditazione col sole che sorge.
Il posto migliora per farlo? Il terrazzo che, da qualche giorno, pare sia frequentato da vespe e calabroni.
(Nel mio passato c’è una storia di invasione di calabroni in casa, di cui ti racconterò un’altra volta.)
Mi armo di copertina e mi fiondo in terrazzo appena vedo il cielo schiarirsi; in effetti ci sono già parecchi ronzii di primissima mattina…
Tra alba e meditazione perdo il conto di quante vespe e calabroni mi passano davanti alla faccia, e nel momento stesso in cui affiorano i pensieri “sì, in effetti sono dei rompipalle” e “ma cosa vogliono da noi?!?” mi rendo conto di una verità scomoda: la casa è in mezzo alla loro traiettoria di volo.
Probabilmente hanno uno o più nidi sugli alberi dell’orto del vicino e passano di qua durante i voli, a volte capita che si imbattano nelle piante del terrazzo o in posti che pensano ideali per nuovi nidi e si fermano causando non pochi problemi agli abitanti.
I miei primi pensieri, però, sono stati orientati al fastidio e all’intolleranza, quasi una questione personale, come se le vespe avessero ferma intenzione di dare fastidio “a noi” intenzionalmente.
Come se fossimo noi i bersagli e le vittime di un fato o una natura ostili e dispettosi: volevi prendere il sole? Tiè, ti invio le vespe!
Questo “noi” così spesso e presente che, a volte, ci fa pensare di essere il centro del mondo, quando siamo solo un punto della mappa nella traiettoria di volo di un calabrone.
O di una persona. A volte pungono anche quelle…